domenica 19 febbraio 2012

Progetto ANCA


Sabato 19 gennaio, sono venuti nella nostra classe dei rappresentanti dell'A.N.C.A, l’associazione nazionale contro l’alcolismo, per spiegare a noi alunni i problemi che derivano dall'abuso di alcol. Tra queste quattro persone, c'era un ex-alcolista, Gino, che è in astinenza da più di 11 anni. Aveva iniziato a bere e a drogarsi a 16 anni, per sballo, per dar sfogo ai problemi familiari, per essere accettato dagli amici e perché era (ed è ancora) timido. Queste sostanze gli toglievano, durante l'effetto, la paura, ma una volta svanito si sentiva peggio. Gino ha conosciuto molte persone che sono morte a causa dell'abuso di alcol e\o droga, perché il sangue chiede sempre più queste sostanze che entrano nel cervello, perché l’organismo si abitua ad esse ed all'inizio ci si sente bene e felici, ma poi si finisce per diventarne dipendenti. La legge vieta la vendita di queste sostanze ai minori di 16 anni nei luoghi pubblici, perché noi non abbiamo degli enzimi particolari che riescono a smaltire l'alcol che può provocare problemi alla digestione, ai reni e al cuore, ma, nonostante tutto, spesso in discoteca i giovani vengono indotti a bere o a drogarsi. Le donne incinte, bevendo o facendo uso di droga, trasmettono queste sostanze al bambino e possono provocare malattie o malformazioni. Insieme ai quattro rappresentanti A.N.C.A, poi, abbiamo fatto una lista di quali potrebbero essere i motivi per cui i giovani si avvicinano all'alcol; i più diffusi sono l'imitazione e l'accettazione nel gruppo, lo sfogo, il superamento dei problemi, il provare nuove esperienze, lo sballo e il sentirsi più grandi e forti. In realtà i problemi non si superano così; bevendo rimangono a "galleggiare" sull'alcol e finito l'effetto ritornano, così si inizia ad essere dipendenti. Quando si supera un certo limite di alcol, poi, non si ha più la percezione della realtà e se si guida, si provocano problemi a sé stessi e agli altri automobilisti, infatti sono molto diffusi gli incidenti. Nell'ultima fase dell'incontro, ci hanno fatto vedere due foto, che noi dovevamo interpretare: la prima mostrava Valentino Rossi e Federica Pellegrini, due grandi campioni, sorridenti. La seconda era una pubblicità della birra Tuborg, rappresentava una bottiglia di birra rovesciata, con scritto sotto "beer yourself", cioè "birra te stesso". La prima immagine, secondo me, dimostra che i due grandi sportivi, all'apparenza sorridenti, hanno anche loro dei problemi, ma si sfogano non con l'alcol, ma con lo sport. La pubblicità invece contiene un messaggio subliminale e tutti noi alunni siamo stati d'accordo: in realtà sembra "bevi la tua birra, sii te stesso", ma in realtà significa "bevi come vuoi tu, senza regole, la birra".
Secondo me, questo incontro è stato molto utile, perché tramite una testimonianza vera, molto più efficace di una lettura su un libro, abbiamo capito meglio i rischi legati all'abuso di alcol e droga. L'esperienza di Gino ci ha aiutato a capire meglio questi problemi; alla fine ha ammesso che quando finiva l'effetto, i problemi tornavano, ma lui ha smesso di bere e di drogarsi ed ha affrontato direttamente i problemi, come si deve fare. Quando una persona beve poi, tutti i familiari risentono dell’effetto dell’alcol tanto da arrivare a condurre una vita triste e priva di sentimenti.
I rappresentanti dell'A.N.C.A, usando un linguaggio non troppo serio e che ha fatto capire e riflettere meglio tutti, hanno illustrato tutti questi problemi. Noi giovani non dobbiamo abusare di queste sostanze; facendo questo non siamo più forti e superiori agli altri, buttiamo via solo soldi e piano piano si diventa dipendenti, per un bicchiere bevuto per imitazione degli amici. Anche le autorità dovrebbero fare più controlli nelle discoteche e negli altri posti dove si usano e circolano alcol e droga, in modo da non permettere ai giovani, non consapevoli dei pericoli, di mettere a rischio la vita e di mandare in fumo il loro futuro.

Mescolini Giulia

martedì 7 febbraio 2012